In montagna con La UET - Chi si riconosce in questa fotografia?
Chi si riconosce in questa fotografia?
Eravamo in tanti e tutti giovani. La gara annuale di sci organizzata dalla mitica UET, Unione Escursionisti Torino.
Non mi ricordo chi avesse vinto.
Tanti amici tutti innamorati della montagna sia d’inverno che d’estate. Quante domeniche passate sui campi di neve, non importava la faticaccia di prendere il primo treno della neve, che partiva da Porta Nuova alle 5,30 del mattino per arrivare a Chiomonte, e aspettare le 8,30 per prendere la seggiovia che portava al Frais.
Sci in spalla e scarponi ai piedi: tutto il giorno sugli sci e poi a riprendere il treno delle 18.
C’erano anche le gite in pullman organizzate dall’ UET: Bardonecchia, Sestriere, San Sicario, Cesana, Monginevro, Lurisia.
Abbiamo inaugurato gli skilift di Melezet, e chi si ricorda le innumerevoli discese sulle piste di Prali? E le salite con l’ancora, che da Borgata portava alla Nube d’Argento?
Poi verso il 1970 abbiamo optato per i comodi viaggi con le auto. Ci trovavamo al venerdì nella sede UET di via San Francesco da Paola, per ballare, ridere e organizzare le prossime sciate.
E chi si ricorda le camminate in montagna e le ascensioni sui monti? E la gestione del rifugio Toesca; in un primo tempo il sentiero partiva dalla frazione di Airassa (se la memoria non mi tradisce) due ore di camminata per arrivarci; si passava dal rifugio Amprimo per arrivare finalmente al Toesca, con gli zaini sempre molto carichi, in quanto portavamo i viveri in abbondanza.
Per non dire quando abbiamo dovuto rattoppare il tetto portando su a spalle il materiale occorrente e quando eravamo aperti tutto il mese di agosto: per rifornirci dell’occorrente, un valligiano con il mulo ci portava il tutto.
Ci sono state anche scenette molte belle nella cucina del rifugio, dove c’era una grossa botola che aperta portava in cantina, il nostro frigorifero; bisognava però fare attenzione a non caderci dentro quando era aperta, ma il destino vuole che due nostri amici non si siano accorti della botola aperta e ciao siano caduti dentro (Gian e Alma); pochi anni dopo si sono sposati!
Ricordo ai giovani di adesso, che la vita al rifugio era molto spartana, non c’erano le docce e dovevamo scendere al torrente per lavarci con l’acqua gelata.
Tutto questo tra il 1965 e il 1970.
Poi siamo cresciuti, ci siamo sposati, sono arrivati i figli e ci siamo allontanati.
L’altro giorno sfogliando degli album di fotografie con i nipoti abbiamo trovato questa fotografia e con nostalgia di quei giorni spensierati abbiamo pensato di poterli rivivere con gli amici di allora.
Tutti i nomi non li ricordiamo, ma di alcuni sì, come Elvira, Caterina, Renè , Adriana, Enrico, Anna Maria, Fausto, Piera, Renato e tanti altri.
Mi piacerebbe chiedere all’amico Gianni se si ricorda di quel famoso Santo Stefano a Crissolo quando nevicò così tanto che per ritornare a Torino abbiamo impiegato più di sei ore e non c’erano ancora i cellulari per avvertire casa....
Se qualcuno di voi trova quest’articolo su TorinoSette e vuole ricordare quei bei tempi, potete telefonare a Carlo (cell. 340/3459946) per poterci incontrare e rivivere nei nostri ricordi quei giorni.
Piera Carla Rasetto